Lucia Coppola - attività politica e istituzionale | ||||||||
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Comune di Trento
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Trento, 29 dicembre 2011 Ci sono vicende un po' in ombra, nascoste dai festeggiamenti per il meritato riposo di un validissimo gestore e l'ambito riconoscimento ad un locale storico della nostra città. Sono le vicende dei dipendenti del ristorante pizzeria Forst di via Oss Mazzurana, che ha ospitato molte volte illustri visitatori di Trento, che ha accompagnato serate di festeggiamenti e rappresentato degnamente la cucina locale e la locale disposizione al brindisi allegro in compagnia. Con l'arrivo del nuovo anno, i dipendenti del ristorante Forst non avranno più il loro posto di lavoro. Il nuovo gestore non li riassumerà e il loro futuro lavorativo è problematico, in un periodo di crisi così profonda. Il motivo per cui ciò avviene non è chiaro, visto che comunque il locale che aprirà sarà analogo a quello che sta per chiudere i battenti. Ristorazione forse un po' più in linea con i gusti di una clientela giovane, ma crediamo che ciò non possa avvenire a scapito dei diritti di chi nel ristorante lavora da anni ed ha acquisito professionalità e competenza. Su questi valori si costruisce la qualità del servizio offerto e crediamo che Trento non possa perdere un patrimonio di abilità acquisite, così come i lavoratori non possono perdere le loro certezze occupazionali. La crisi economica costringe alla chiusura molte attività, purtroppo, seminando disoccupazione e incertezza per il futuro. Perché ciò debba accadere anche a chi, invece, garantisce in modo impeccabile un servizio per cui esiste ancora una domanda, non ci è chiaro. I dipendenti del ristorante Forst sono solo 11, al di sotto, perciò, della soglia coperta dalla garanzia dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Non sono giovanissimi, ma nemmeno così anziani da potersi vedere garantito un trattamento pensionistico. Una metà di loro è straniera e quasi tutti lavorano da molti anni alle dipendenze del noto ristorante cittadino. Certo la loro riassunzione (con lo stesso contratto di lavoro a tempo indeterminato e con garanzie previdenziali acquisite) costituisce un onere maggiore per un datore di lavoro che volesse invece assicurarsi manodopera giovane, magari con contratti più precari, forse a tempo determinato. Ma non vogliamo credere che questi siano i motivi alla base della scelta. Ci chiediamo allora che cosa spinge la nuova gestione a rinunciare all'abilità qualificata di chi ha operato per anni in un settore così importante per la nostra realtà turistica, come quello della ristorazione. E se lo chiedono anche i lavoratori del Forst, che abbiamo visto operare con la solita grande disponibilità, ma con un malcelato e comprensibile avvilimento, in queste serate di cene augurali. Un Natale amaro, che ci costringe ad interrogativi seri sulla nostra città. Giovanna Giugni e Lucia Coppola |
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